Gruppo consiliare “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”
Mentre le scelte urbanistiche in adozione sono via via svelate alla popolazione, emergono i problemi e si assommano le criticità.
Mai era successo che soltanto alcuni, pochi, meno di cento cittadini, con interessi precisi alla trasformazione del territorio per scopi e profitti privati, avessero dettato le scelte urbanistiche di un’Amministrazione di centrosinistra.
Quando, soltanto ad agosto scorso, sono arrivati i documenti, abbiamo compreso nel dettaglio le nuove previsioni: 11 mila mq per 127 nuove abitazioni, una settantina di abitazioni dal recupero, strade, posti auto a più non posso, commerciale e direzionale, un museo ma forse altro, fino a giungere alla saturazione completa del Pian di Ripoli, vanificando i decenni di sforzi fatti dalle passate Amministrazioni per non saldarsi con Firenze.
Ebbene, molto tardivamente, quando anche i mugugni all’interno della maggioranza iniziavano a farsi sentire, il Sindaco ha deciso di avviare un “mini processo partecipativo”, limitato solo ad alcuni soggetti: alcune associazioni, una parte dei Circoli del territorio, categorie economiche, sindacati ed Istituti scolastici. Solo due incontri, dai cui resoconti, pubblicati sul sito web del Comune, in estrema sintesi emerge quanto segue:
1) Carenza di partecipazione: tutti i soggetti partecipanti hanno messo in evidenza l’importanza della coprogettazione delle scelte, visto che sono destinate ad incidere in maniera importante sulla vita della comunità; inoltre, considerano una maggiore collaborazione con l’Amministrazione un valore aggiunto.
2) Richiesta di ulteriori incontri.
3) Eccessivo consumo di suolo: le previsioni di nuove edificazioni tra residenziale, commerciale e direzionale appaiono consistenti; a queste vanno comunque aggiunte le importanti trasformazioni già in corso, tra cui il Centro Sportivo della Fiorentina. Si richiede una riduzione del consumo del suolo, il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente, la sostenibilità ambientale, la tutela e valorizzazione del territorio e “che sia necessaria un’attenta analisi dei bisogni”.
4) Previsioni edificatorie eccessive, elaborate in assenza di studi che ne motivino il bisogno. Tra queste, ciò che maggiormente preoccupa è il Pian di Ripoli, destinato a scomparire.
5) Evidenza dei rischi collegati alla previsioni relative alla nuova viabilità e a nuovi parcheggi.
Eppure bastava leggere i risultati del processo partecipativo terminato nel 2008, quando, a seguito di un percorso strutturato, fu pubblicato un report, da cui emergevano chiaramente le esigenze della popolazione e la loro visione del futuro di Bagno a Ripoli, che ora hanno trovato conferma negli esiti dei due recenti incontri. Si è preferito invece ignorarli, perché in contrasto con l’attuale visione che prevede di lasciare il territorio in mano al mercato.
Il neoliberismo thatcheriano (there is no alternative) ha influenzato anche le forze politiche di sinistra, questo PD, che a Bagno a Ripoli è rappresentato dalla Giunta Casini.
È il mercato a decidere il futuro delle nostre vite, dei nostri territori! È l’individuo la cosa importante: non esiste la collettività! Siamo giunti finalmente a comprendere che i concetti espressi in campagna elettorale ”rigenerazione urbana, disegno armonico dei centri urbani, e contenimento del consumo di suolo”significano tutto ed il suo contrario. Questa parte del PD locale è quella che più ci sconcerta con una visione neoliberista di un capitalismo sempre più rapace e incompatibile con le emergenze attuali: la crisi climatica, le diseguaglianze sociali, la distribuzione della ricchezza. A questo punto, ci sarebbe da chiedersi quale sarebbe stata la visione del futuro del nostro territorio da parte di un’Amministrazione di centro destra!
Sicuramente queste previsioni non corrispondono al nostro modo di intendere la sinistra e quel che rimane di essa. Della tradizione, che ha vissuto il nostro territorio, non vi è più traccia nella politica dell’attuale Amministrazione.
Il pensiero corre al Sindaco Degl’Innocenti che, come La Pira, ebbe il coraggio di requisire case sfitte per darle a chi non ne aveva, impresa affine a ciò che sta accadendo adesso a Berlino, dove è stato presentato un referendum per requisire abitazioni alle grandi società immobiliari.
Cose lontane da noi, poiché qui si è deciso di tornare indietro a una visione di sviluppo anni ’70 senza che le condizioni sociali e demografiche lo richiedano e senza che le prospettive dell’emergenza climatica lo consentano, con il rischio di aver alterato irreversibilmente il nostro territorio per realizzare ancora una volta case, capannoni ed edifici commerciali.
Per noi un’urbanistica di sinistra avrebbe dovuto puntare al recupero dell’esistente, senza consumare altro suolo, ed ottenere nuove abitazioni destinandole in misura consistente all’edilizia popolare. Anche sui terreni di proprietà comunale, adesso in vendita, si potevano prevedere ricadute maggiori per la comunità e per quella parte più debole. Ma davvero il PD può accettare di rinnegare i propri valori. avallando la politica liberista di questa Amministrazione e approvando decisioni strutturali ed identitarie per il territorio sempre a braccetto con la Lega?
Gruppo consiliare “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”