Perchè costruiamo nuove scuole?

Il comunicato del Gruppo consiliare "Per Una Cittadinanza Attiva"

Perchè costruiamo nuove scuole? Lo abbiamo chiesto nel Consiglio comunale del 30 settembre, di fronte alle notizie di nuovi edifici scolastici, che, da metà agosto in poi, si rincorrono. 

Ci saremo aspettati che l’assessore rispondesse che mancano posti nei nidi comunali o che abbiamo edifici vetusti; che, come visto in passato, servono miglioramenti sismici o che sono gli Istituti stessi ad aver necessità di spazio calibrate su esigenze didattiche innovative.
Invece, al netto di molta retorica, la risposta è stata che si vogliono attrarre famiglie da fuori, addirittura che si vuol “invertire l’andamento demografico”! Teniamo presente che questo anno scolastico i ragazzi/e diciottenni, nel nostro Comune, sono 265 e i neonati da nido 138 (ed il trend è questo anche per i prossimi anni).

Sarebbe stato forse più onesto dire, come in parte dichiarato, che i nostri edifici scolastici non sono sicuri e che c’è bisogno di costruirne di nuovi.
Lo andiamo dicendo da anni, con il caso emblematico della “Redi” e di tutti i tentativi di ristrutturarla ad ogni costo, provocando gli ormai noti disagi a quella comunità scolastica.

Ma questa Amministrazione ha messo il piede sull’acceleratore: sono previsti la costruzione di due nuovi asili nido, una nuova scuola dell’Infanzia (in Via di Belmonte, vicino alla scuola “Redi”) e l’ampliamento degli edifici di Rimaggio e della “Marconi”.
La questione è: si ha un’idea precisa di dove si vuole arrivare?
Prima di partecipare ad un bando, deve essere chiaro perché si vogliono fare certe scelte e quali conseguenze avranno.

Alla nostra domanda su quale fine faranno gli spazi, che ora ospitano le funzioni scolastiche, una volta completata la realizzazione delle nuove scuole, la risposta è “sarà una scelta di lusso”! In altre parole, intanto si tira a fare e poi si vede!

Questo è il vulnus nel piano di edilizia scolastica comunale, la solita schizofrenia di questa Amministrazione: partecipa ad ogni possibile bando e poi, a seconda degli esiti, rimodula le scelte. Abbandonare, ad esempio, l’Arabam per il nuovo nido accanto al “Gobetti-Volta” urbanisticamente vuol dire togliere alla frazione di Osteria, dopo l’ufficio postale, anche quella realtà virtuosa, rendendola davvero solo un dormitorio, e, in più, imbottigliare il Capoluogo, senza lasciare margini di ulteriore sviluppo per la scuola superiore. Didatticamente, poi, significa perdere quella storia, che oggi si pensa di omaggiare con una targa a Giovanna Carbonaro.
E così sarà per la scuola di Croce. Ma il Covid non ci ha mostrato che ai bambini/ragazzi servono decentramento e plessi piccoli, con spazi adeguati?

Chi ha reso, nel tempo, Bagno a Ripoli luogo di innovazione educativa forse aveva una lungimiranza nell’edilizia scolastica ed una capacità di coinvolgimento di genitori da cui dovremmo prendere esempio!

Sulle criticità, croniche e pesanti, di connessione internet per la “Redi”, infine, ci è stato risposto che è stata scritta una lettera ai gestori, ma ancora non è dato sapere quando ci sarà la posa della fibra. Dunque, capiamo che non sia responsabilità del Comune, ma rubricare come “piccoli problemi” l’obbligo di spostarsi ogni anno, per le prove Invalsi, al “Gobetti-Volta” ci sembra svilire molto i disagi per insegnanti, ragazzi e famiglie.

Abbiamo sentito tante frasi roboanti, ma non lasciamoci abbagliare da tutto ciò che luccica…

 

Sonia Redini - Consigliere comunale “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”